Bologna, 6 Novembre 2020 - 690 interventi realizzati nel territorio montano per la sicurezza e lo sviluppo del nostro Appennino su cui pesa costantemente il macigno del fenomeno del dissesto idrogeologico. E' questo il bilancio 2019 delle attività di difesa e salvaguardia delle terre alte presentato, come ogni anno in questo periodo, nel corso della "Conferenza della Montagna 2020" ovvero, l'analisi approfondita dei lavori e delle opere concretizzate dai Consorzi di Bonifica grazie al quotidiano lavoro dei suoi addetti in queste aree spesso sfavorite dalle avverse condizioni ambientali. Questo check complessivo - di quanto stagionalmente eseguito dagli 7 Consorzi di bonifica regionali - prende vita nel 2013 quando Regione Emilia Romagna, ANBI Emilia Romagna e UNCEM Emilia Romagna (Unione delle Comunità Montane) decisero di sottoscrivere un vero e proprio accordo (in attuazione della Legge Regionale 7 del 2012) in grado di proiettare un fedele monitoraggio degli interventi con cui i Consorzi di Bonifica reinvestono le loro economie e finanziamenti; somme che per il 2019, anno al centro del focus dell'incontro, si confermano superiori a quanto derivato dai contributi dei consorziati in quelle aree. Infatti, a fronte di oltre 19 milioni e 530 mila euro introitati, ben 21 milioni 049 mila euro sono stati restituiti nell'immediato al territorio montano sotto forma di progettazione, manutenzione ed esecuzione di lavori utili di diversa tecnica, quasi sempre concertati con le stesse amministrazioni locali. Va considerato altresì che il valore consolidato a scala regionale degli investimenti delle Bonifiche nel 2019 si attesta al 77,96% rispetto ai contributi consortili montani, ma che la ricaduta territoriale complessiva in queste aree con ulteriori investimenti di altri enti per mezzo dei Consorzi arriva al 109%. Elementi, che considerati nel loro complesso, vanno a sostenere ed integrare il rilancio dell'Appennino, molto spesso caratterizzato da progressivo spopolamento, creando migliori condizioni di vita ed economia locale.
"Un risultato davvero di rilievo – ha commentato il presidente dell'ANBI ER Massimiliano Pederzoli – che, va precisato deve essere considerato di pieno obiettivo, senza trascurare che, in futuro, e quest'anno l'emergenza Covid sicuramente non aiuta, potrà anche subire alcune oscillazioni anche in funzione dei tempi di autorizzazione, eventuali cofinanziamenti e altri fattori che non necessariamente dipendono dalla volontà dei Consorzi che per ora sono molto soddisfatti di quanto fatto e del loro ruolo di "attrattori" di risorse grazie al livello di progettazione che questo monitoraggio palesa".
"Nel 2019 è stato raggiunto un risultato senza precedenti, a tutto vantaggio dell'Appennino e di chi lo vive", affermano Irene Priolo, Barbara Lori e Alessio Mammi, rispettivamente assessori regionali all'ambiente, alla montagna e all'agricoltura. "E' l'esito del prezioso lavoro di squadra tra Regione, Consorzi e Unioni di Comuni che, con una scelta lungimirante, ha permesso di reinvestire nella sicurezza della montagna quasi il 78% delle risorse del tributo di bonifica raccolto in questo territorio. Un traguardo di rilievo che rappresenta un punto di arrivo e al tempo stesso di ripartenza, nell'ottica di un crescente impegno nel campo della prevenzione del dissesto idrogeologico e per lo sviluppo futuro delle aree interne della nostra regione". Soddisfatto anche il presidente di UNCEM Giovanni Battista Pasini "Il Protocollo non è stato un mero strumento formale, ma un atto positivo che agevola i Consorzi nell'opera di realizzazione dei loro interventi a favore del territorio montano: c'è maggiore consapevolezza ed efficacia grazie anche alla Legge 7, un cambio di impostazione che non è stato semplice, ma che ha garantito un risultato che non ha eguali in Italia e che i cittadini dei comprensori montani apprezzano. Faccio i complimenti al Consorzio della Bonifica Burana per aver reinvestito l'89% della contribuenza dei consorziati montani a favore dei relativi comprensori: un risultato encomiabile. E ringrazio l'Assessore Mammi e la Regione Emilia-Romagna per la scelta di agevolare i Consorzi nelle attività di progettazione degli interventi. Gavazzoli sottolineava nella sua introduzione quella che è la situazione del consumo di suolo nel nostro Paese, in cui si interviene quasi sempre in emergenza: occorre un cambio di paradigma, operando in prevenzione per una migliore salvaguardia dei territori. Per questo abbiamo chiesto alla Regione la possibilità di prevedere un finanziamento di 10 milioni annui che spinga proprio in questa direzione".
La "Conferenza della Montagna 2020" - moderata dal giornalista Andrea Gavazzoli - si è svolta quest'anno online dalla sede di ANBI ER in via Masi a Bologna ed è stata seguita da un pubblico numeroso di addetti ai lavori sulla piattaforma zoom. Nell'occasione sono stati presentati due "case history" virtuosi di attività in montagna: quello del Consorzio di Bonifica Parmense con intervento del direttore Fabrizio Useri e quello del Consorzio di Burana con intervento di Carla Zampighi.
L'assessorato all'Ambiente della Regione è intervenuto grazie al contributo del direttore generale Paolo Ferrecchi e di Monica Guida, responsabile del Servizio Difesa suolo, costa e bonifica.
MAMMI: Il paese dello specchio rotto, ma che con la sinergia tra enti dimostra che si possono trovare e attuare le soluzioni per il territorio. Il Covid ci dice che se i territori vengono dotati di quei servizi che sviluppano le economie locali, anche la montagna diventa un’opportunità di sviluppo. La montagna sociale, culturale, identitario della nostra regione e va salvaguardato. Il ruolo delle bonifiche è sempre più importante, svolto con competenza, velocità e professionalità e faccio i complimenti ai nostri consorzi, punto di forza della regione riconosciuto a livello nazionale.
LORI: Saper cogliere in modo specifico le necessità dei territori partendo dall’attività diffusa di dialogo, mettendo al tavolo tutti gli enti per operare collettivamente: la bonifica supporta con un operato costante la nostra montagna, grazie anche alle sue progettazioni. Nell’ottica di un ritorno alla nostra montagna, è importante che vi sia la possibilità di creare opportunità di lavoro e i micro-interventi consortili contro il dissesto consentono alle imprese dei territori montani di poter lavorare. Sul consumo di suolo e della Legge 24 le bonifiche ci offrono dei veri e propri occhi sul territorio e di questo ringrazio tutti i consorzi.
GHETTI: I consorzi stanno realizzando progetti di elevata qualità, con opere verso cui la Regione è riuscita a reperire per intero le risorse per finanziarli tutti. Si può sempre migliorare: l’auspicio è che i Consorzi possano mantenere questi livelli di espressione delle proprie potenzialità.
USERI: Il consorzio mette in campo 30 operai, 28 tecnici e 24 impiegati amministrativi per sovrintendere alle necessità del territorio montano, la cui contribuenza pesa per i 2/3 del totale nel territorio parmense. Con Difesa Attiva stanziamo 200 mila euro l’anno ripartiti su 31 comuni della nostra provincia: grazie ad un avviso pubblicato gli agricoltori richiedono il contributo e, dopo la verifica del Comune di competenza, le aziende agricole possono eseguire i lavori. Dal 2012 sono oltre 1000 gli interventi eseguiti e più di 900 le aziende che ne hanno beneficiato. Inoltre negli ultimi 4 anni il valore delle progettazioni effettuate dal Consorzio ammonta a 4 milioni e 195 mila euro.
PASINI: Il Protocollo non è stato un mero strumento formale, ma un atto positivo che agevola i Consorzi nell’opera di realizzazione dei loro interventi a favore del territorio montano: c’è maggiore consapevolezza ed efficacia grazie anche alla Legge 7, un cambio di impostazione che non è stato semplice, ma che ha garantito un risultato che non ha eguali in Italia e che i cittadini dei comprensori montani apprezzano. Faccio i complimenti al Consorzio della Bonifica Burana per aver reinvestito l’89% della contribuenza dei consorziati montani a favore dei relativi comprensori: un risultato encomiabile. E ringrazio l’Assessore Mammi e la Regione Emilia-Romagna per la scelta di agevolare i Consorzi nelle attività di progettazione degli interventi. Gavazzoli sottolineava nella sua introduzione quella che è la situazione del consumo di suolo nel nostro Paese, in cui si interviene quasi sempre in emergenza: occorre un cambio di paradigma, operando in prevenzione per una migliore salvaguardia dei territori. Per questo abbiamo chiesto alla Regione la possibilità di prevedere un finanziamento di 10 milioni annui che spinga proprio in questa direzione.